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Clicca qui per intervento di Luigi Merlo: “Solo per adeguare i porti servirebbero 30 miliardi”
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Al termine del convegno Confcommercio-ENEA “Pericolo Mediterraneo per l’Economia del Mare” del 13 febbraio 2019, il presidente di Federlogistica Conftrasporto Luigi Merlo ha rilasciato la seguente dichiarazione:
“Lo studio presentato da Enea, il primo che affronta il tema degli effetti dell’innalzamento delle acque dovuto al riscaldamento climatico su città e porti italiani, grazie alla collaborazione avviata con Federlogistica Conftrasporto, ci consegna una prospettiva certamente preoccupante e che necessita di un cambiamento totale nella programmazione delle opere marittimo-portuali. Tutti i principali porti italiani saranno gradualmente interessati da un sollevamento del mare, che potrà raggiungere anche i due metri, con effetti immaginabili da tutti.
Per mitigare i rischi per i porti derivanti da tali effetti appare sempre più urgente, anzitutto, l’attivazione della Cabina di Regia portuale nazionale prevista dall’ultima riforma. Nella stessa logica, andrebbe poi rinforzata la struttura del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per l’elaborazione di un organico e dettagliato piano nazionale di opere di difesa sul modello olandese. Inoltre, disporre una significativa ed efficace opera di difesa della nostra costa richiederebbe alcune decine di miliardi di euro di investimenti. Basti infatti pensare che la sola diga di Genova ha un costo previsto di un miliardo.
In terzo luogo, i piani regolatori portuali e le nuove opere dovrebbero essere concepite tenendo conto dei nuovi dati sull’innalzamento acqueo e finora questo non è avvenuto. Molti dei porti italiani sono stati costruiti a inizio Novecento e perciò oggi assistiamo a fenomeni preoccupanti al loro interno come, ad esempio, l’incremento dei cosiddetti “sgrottamenti” ossia di banchine che crollano per la potenza crescente del moto ondoso. Lo stesso Mose di Venezia è stato concepito anni fa sulla base di dati sensibilmente inferiori a quelli di cui disponiamo oggi, e bisognerebbe capire cosa accadrà quando questo entrerà in funzione e dovrà probabilmente operare per una quantità di giorni decisamente superiore a quella di cui si è parlato sinora. Sono molte, oggi, le opere portuali previste o in corso di realizzazione, così come esistono diversi importanti progetti di waterfront per le città: dal Blue Print di Renzo Piano a Genova, al progetto del nuovo Beverello a Napoli, i progetti di Palermo, il Porto Vecchio di Trieste o il Waterfront della Spezia, solo per citarne alcuni. Opere che, senza un’adeguata protezione o realizzazione, potrebbero finire sott’acqua nell’arco di alcuni decenni.
Insieme a quello infrastrutturale, l’incremento della potenza delle mareggiate ci chiede di considerare anche il tema della sicurezza del lavoro, sia di quello marittimo-portuale svolto a bordo delle navi che di quello di servizio tecnico-nautico svolto dal personale di terra.
Federlogistica Conftrasporto concepisce il proprio ruolo associativo in maniera moderna e alternativa, lavorando su temi nuovi, sollevando questioni emergenziali e presentando proposte concrete. Per questo abbiamo voluto oggi mettere questa analisi a disposizione delle Autorità di Sistema Portuale e delle comunità portuali, con l’intento di aprire un confronto immediato col Governo su questo importante tema. Ringraziamo il Ministro Costa per l’attenzione mostrata e auspichiamo che ad essa segua un pronto coinvolgimento anche del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e delle altre autorità competenti.”