Ospite ieri in prima serata della trasmissione ‘Popolo Sovrano’ in onda su Rai2, il Presidente Luigi Merlo è stato intervistato sulle possibili implicazioni per i porti italiani dell’imminente firma del memorandum d’intesa italo-cinese sulla Via della Seta:
“Sono molto preoccupato, ma non per il commercio bilaterale che invece può e deve aumentare, quanto per il difficile controllo di fenomeni quali la contraffazione, che i dati oggi ci dicono essere in aumento nel nostro paese e che proviene purtroppo in maggior parte dal paese cinese. Se il memorandum tra Roma e Pechino contenesse anche un accordo inter-doganale, molta della merce cinese contraffatta potrebbe essere bloccata all’entrata del nostro paese, e non parlo solo di abbigliamento ma anche di medicine e prodotti di bellezza, potenzialmente molto pericolosi per la salute.”
“A mio giudizio dovremmo essere preoccupati del fatto che la Cina controlli già una trentina di porti in Asia, una dozzina di porti in Africa e 12 porti europei. Questo significa che possiede già le chiavi di casa dell’Europa, e che se continuiamo così nel giro di 10 anni l’intero disegno logistico italiano ed europeo sarò governato da un soggetto terzo, che non è un operatore privato bensì un altro stato. Stiamo cedendo parte della nostra sovranità ad un altro stato, e lo stiamo facendo non con accordi commerciali ma con un atto firmato dal governo italiano.
“In aggiunta, ai cinesi non stiamo dando solo le chiavi di casa ma forse anche la casa stessa, proprio perché i porti sono l’entrata, i punti di riferimento, i luoghi di scambio. Attraverso i porti, le strade e le vie di comunicazione l’Impero romano ha conquistato il mondo. La Via della Seta non è una frase romantica – perlomeno per chi non pensa a Marco Polo – ma un progetto politico-economico contenuto nella costituzione cinese di egemonia della globalizzazione nei prossimi anni.”