26 agosto 2019 – Il presidente Merlo ha rilasciato un’intervista, pubblicata sull’inserto odierno Affari & Finanza di La Repubblica, nella quale mette in guardia dai rischi insiti negli accordi bilaterali del marzo scorso tra Italia e Cina nel quadro della “Belt and Road Initiative”. Segue un estratto:
“Non siamo ovviamente contrari all’incremento degli scambi con la Cina e il Far East. Ciò che ci preoccupa è l’assenza di reciprocità: il fatto che la Cina, trattando coi singoli paesi europei, potrebbe potenzialmente nell’arco di pochi anni governare le principali reti di comunicazione, determinando condizioni, tariffe e il successo economico di una nazione a discapito di un’altra. Solo un’azione unitaria dell’Europa, oggi in ritardo, può evitare una politica egemonica cinese. Gli USA se ne sono accorti, seppure in ritardo, e stanno agendo di conseguenza. Penso sarebbe utile un accordo doganale con la Cina anche per limitare la grande quantità di prodotti contraffatti, dalla moda ai prodotti di bellezza, dai giocattoli fino ai medicinali, che invadono il nostro paese. Con l’illusorio sogno di vedere moltiplicati i traffici, che dipendono dalla crescita economica interna e non certo dal fatto che le infrastrutture italiane siano di proprietà cinese, rischiamo di cedere sovranità su asset strategici fondamentali. La verità è che in Italia la discussione sulla Via della Seta è stata affrontata con troppa enfasi e provincialismo senza considerare i gravi rischi nel medio e lungo periodo”.
Collegamento all’articolo di Massimo Minella su La Repubblica Affari & Finanza del 26 agosto 2019